Teatro & Handicap

Descrizione della proposta e fondamenti teorici.

La proposta è rivolta a tutti coloro che vogliono vivere in prima persona una esperienza volta ad evidenziare come il teatro possa essere un ottimo mezzo per comprendere e relazionarsi con il mondo della disabilità. E’ anche rivolta a chi vuole avvicinarsi al mondo del “teatro ed handicap” in modo diretto entrando in contatto con le emozioni ancor prima della teoria,per analizzarla poi in un secondo momento di riflessione e a chi vuole conoscere con mano e “sbirciare” il lavoro  della nostra Compagnia da “dietro le quinte”. La proposta prevede:

  • Un incontro di una  ora con la classe (Max. otto classi)
  • Due incontri pomeridiani nei mesi aprile-maggio presso il teatro Goldoni dove gli alunni potranno assistere alle prove della Compagnia
  • La visione dello spettacolo della Compagnia che si terrà a maggio presso il teatro Goldoni

L’esperienza teatrale della compagnia Mayor Von Frinzius dell’associazione Haccompagnami si basa su alcuni fondamenti teorici;  il primo presupposto teorico da considerare è lo Spazio Transizionale di cui parla Winnicott fondamentale per la comunicazione, per comunicare infatti serve un presupposto che è il crearsi di una relazione significativa tra chi comunica,una relazione dove non si rinuncia alla propria essenza e si accoglie l’altro senza pretendere alcuno sforzo di adattamento, questa relazione ha appunto luogo nello Spazio transizionale. Grazie al dottor Curti psicoterapeuta di riferimento dell’associazione ANFFAS che ha cercato di trovare uno spazio transizionale in cui i ragazzi disabili potessero esprimersi e grazie a Lamberto Giannini che ha individuato questo spazio nel teatro nasce la nostra esperienza teatrale. Questo progetto ha fatto si che cambiasse il modo di approcciare all’handicap solo come assistenzialismo,ma diventasse uno scovare un prendere qualcosa dai soggetti disabili la cui presenza al laboratorio teatrale,proprio per il fatto di prendere da loro, diventa necessaria. Un altro riferimento importante è quello allo specchio sociale definito da Lacanne il quale sostiene che ogni uomo non si vede per com’è realmente ma solo come lo vedono gli altri . Nel caso del soggetto disabile questo specchio è infranto  poiché ha un riflesso di se sempre uguale tristemente uniforme,lo sguardo di persone che provano compassione e che spesso celano paura rifiuto pensieri del tipo menomale non è successo a me. Il nostro tipo di teatro ha come obiettivo quello di sottolineare ciò che è fuori dal comune e quindi nello specifico l’handicap  per farlo apparire non come qualcosa di anormale ma come qualcosa di eccezionale  Pasolini parla del coraggio di usare la marginalità sociale come elemento di sopravvivenza al genocidio intellettuale della mediocre borghesia,nella ricerca di una cultura vera  e per questo profondamente inquieta,perseguendo sempre un ideale artistico.Si cerca la rottura con una civiltà che si è auto-anestetizzata una società che cerca rassicurazioni che scansa il problema nel desiderio di non vivere per non soffrire. E da qui il disorientamento della persona,come afferma Heidegger tesa verso il mondo delle apparenze della costruzione fenomenica di se. Lo scopo della filosofia Heideggeriana è quello di proiettarsi verso l’esserci,quel particolare tipo di essere che è situato in modo autentico. Per provocare questa autenticità occorre ristabilire il contatto tra soggetto e sue potenzialità lasciandolo libero di provare odio,amore di essere vittima o carnefice di esprimere se stesso,il proprio handicap. Il nostro obiettivo non è quello di aiutare il disabile ad uscire dalla sua situazione ne di conformarlo alla normalità,ma di fornirli un mezzo per esprimere il proprio esserci in uno spazio transizionale dove è possibile la magia,dove è possibile diventare re, imperatore, regina, ballerina,dove è possibile piangere e ridere,ma dove non è mai possibile diventare un soggetto non portatore di handicap perché ciò non è magia,ma privazione di un peculiare modo d’essere.

 

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