Teatro Goldoni - 27 Settembre 2020

 

Scenari di Quartiere

27/09- SdQ: LA TURNÀTA con Mario Perrotta

Domenica 27 settembre
QUARTIERE SAN MARCO – Teatro Goldoni
LA TURNÀTA
di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta
diretto ed interpretato da Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli

Storie di emigrazione italiana negli anni 60 e 70. In Svizzera la legge, sino al 2005, violando i più essenziali diritti umani, impediva, tra l’altro, ai lavoratori definiti “stagionali” di portare con loro moglie e figli. Per tutta risposta gli italiani nascondevano moglie e figli nel portabagagli e lì iniziava la loro storia di clandestini reclusi in casa per anni. Nino è un bambino di nove anni che non ha mai visto il mondo fuori da quella stanza in cui vive col nonno, la mamma e il papà. Ma la morte del nonno scatena un rocambolesco viaggio di ritorno al paese, su una fiammante Alfa Giulia 1300, con in macchina il padre, la madre, un operaio sindacalista e il nonno morto. Mentre il mondo è incollato al televisore per guardare lo sbarco sulla luna, si consuma questo ritorno “mitico” alla terra d’origine. Racconto in bilico tra dramma e commedia all’italiana.
L’intero progetto Cìncali (Italiani cìncali e La Turnàta) costituisce l’ossatura della trasmissione radiofonica Emigranti Esprèss andata in onda su Radio 2 Rai dal 18 dicembre 2006 al 5 gennaio 2007. Il testo della trasmissione diventerà un libro edito da Fandango Libri in libreria a marzo 2008.

La mia Turnàta
Se sei emigrante la prima cosa che ti devi imparare è che nna enùta (una venuta) è solo una enùta, mentre la turnàta è per sempre…
Due termini per indicare la stessa cosa: il ritorno. Ma la differenza è fondamentale. Me l’hanno spiegata con parole semplici ma inequivocabili. Nna enùta, è nna fesseria, il tempo di guardarsi attorno veloci, senza mettere a fuoco i luoghi e le facce, per ripartire subito e dimenticare. La turnàta, invece, è altra cosa… vuol dire che hai raggiunto l’obiettivo, ti sei sistemato, puoi mettere a fuoco, ricordare le facce e i luoghi perché ora stai per tornarci, definitivamente. Le turnàte erano poche ed erano un’avventura. Chiudere una vita passata all’estero in un camion – armadio, letti, corredo, servizi di piatti, pentole, quadri, foto, lettere, dischi italiani, umiliazioni, riscatti, la prima macchina, la seconda… – e guardarlo partire. E poi accendere la macchina e seguirlo. Passare la frontiera. Arrivare sino a Bologna dove finisce l’autostrada. Arrivare nel Salento dove finisce l’asfalto. Arrivi a casa dove finisce tutto. Allora vuole dire che ti sei sistemato…Da Zurigo a Lecce i chilometri sono 1.400. Un’avventura. Soprattutto se in macchina ci sono un nonno morto, un sindacalista e un bambino di nove anni che ha vissuto cinque anni murato in una stanza. Un’avventura.

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