Teatro Goldoni - 01 Gennaio 2017

 

Fuori Abbonamento

Orchestra dell'Istituto Musicale "P.Mascagni" - direttore Lorenzo Sbaffi , chitarra Flavio Cucchi

Auguri in musica con il Concerto di Capodanno al Teatro Goldoni di Livorno: si rinnova il 1 gennaio il felice momento d’incontro con la città con questo atteso appuntamento giunto alla sua dodicesima edizione grazie all’intervento e collaborazione tra Fondazione Livorno, con il suo impegno a sostegno di iniziative di grande valore sociale e culturale a favore del territorio, il Teatro Goldoni sempre più orientato alla diffusione e valorizzazione della musica o con i giovani e per i giovani e l’Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni, che offre ai livornesi, quale segno tangibile della gratitudine per il sostegno che riceve dagli Enti locali e dalle Istituzioni, il frutto del proprio lavoro e dell’impegno dei suoi studenti e docenti, insieme con la testimonianza dell’alto livello degli insegnamenti che vi si tengono.
Il programma offerto quest’anno dall’Orchestra dell’Istituto Mascagni con la direzione di Lorenzo Sbaffi, si apre con un brano già caro al repertorio dell’Orchestra dei Fiati dell’Istituto: la Suite in F op. 28 n. 2 for Military Band dell’inglese Gustav Holst (1874-1934), che si articola nei tempi March, Song without words “I’ll love my love”, Song of the Blacksmith e Fantasia on the Dargason.
Fa seguito alla Suite di Holst il celeberrimo Concierto de Aranjuez per chitarra e orchestra di Joaquìn Rodrigo (1901-1999), con Flavio Cucchi alla chitarra, nei tre movimenti Allegro con spirito, Adagio e Allegro gentile.
Certamente una delle più note opere del compositore spagnolo, che vi lavora a Parigi intorno all’inizio del ’39, il Concierto de Aranjuez ha una strumentazione felicemente attenta al difficile equilibrio dei volumi dello strumento solista e dell’orchestra, che accompagna la chitarra su dinamiche contenute nei piano e nei pianissimo, sviluppando un suo ruolo pienamente protagonista quando il solista tace.
La felicità della melanconica melodia, tema fondamentale dell’Adagio del secondo movimento, è valsa al brano innumerevoli rivisitazioni da parte di artisti e cantanti di musica leggera – quali Mina, De André, Richard Antony – jazzisti – da Miles Davis a Chick Corea – e perfino da parte di interpreti del repertorio popolare, quali il chitarrista flamenco Paco de Lucia.

La seconda parte del programma è aperta dalla Marcia n. 1 in re maggiore da Pomp and Circumstance, op. 39, di Edwar Elgar, inglese (1857-1934), che è la prima di una serie di marce per orchestra che l’autore compose in un arco di anni che va dal 1901, quando scrisse questo primo brano, fino al 1930.
Tre famose e amate pagine del viennese Johann Strauss jr (1825-1899) chiudono il programma della serata.
Sul bel Danubio blu (An der schönen blauen Donau) op. 314, è certo il valzer più celebre scritto dal compositore e uno fra i più famosi brani di musica classica di tutti i tempi.
Composto, all’inizio, come valzer corale – alla cui scrittura Strauss si era infine accinto per le ripetute insistenze del Wiener Männergesang-Verein (Associazione corale maschile di Vienna) -, conobbe l’attuale versione orchestrale, con la celebre, vibrante introduzione con il tremolo dei violini, solo a ridosso della sua prima esecuzione
Il brano deve il titolo ad un verso della poesia An der Donau (“An der schönen, blauen Donau liegt mein Dorfchen…”), della raccolta Stille Lieder (Canti tranquilli) di Carl Isidor Beck (1817-1879).
Riscosse subito un enorme successo la Tritsch-Tratsch Polka, come testimonia il Wiener Allgemeine Theaterzeitung, che il 27 novembre 1858, dopo la prima esecuzione di questa che doveva diventare una delle pagine più amate ed eseguite del compositore viennese,  scrive: “Non si vedeva una composizione di tale freschezza, divertente e piccante strumentazione da anni”
Il Kaiser-Walzer nasceva con il titolo Mano nella Mano che alludeva ai festeggiamenti che nell’agosto 1889 avevano salutato la visita dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria al Kaiser Guglielmo II di Germania, visita che aveva lo scopo di consolidare il già saldo rapporto tra i due imperi.
L’editore Fritz Simrock – cui si deve, tra l’altro, la pubblicazione della maggior parte dei lavori di Brahms e di Dvorak – suggerì a Strauss che Kaiser-Walzer fosse un titolo più adatto per l’opera, che poteva risultare, così dedicata ad ambedue gli imperatori, appagando la vanità di entrambi. Fu, dunque, questo il titolo con cui il valzer vide la sua prima esecuzione a Berlino il 21 ottobre 1889

Flavio Cucchi
La critica lo annovera nella scena internazionale tra i più noti e ammirati chitarristi italiani.
Tiene centinaia di recital in America, Europa, Asia e Australia; è ospite delle più importanti emittenti televisive del mondo; è solista in oltre trenta città d’Europa e nei più grandi teatri italiani dalla Scala al Comunale di Firenze, dal Regio di Torino al Regio di Parma e molti altri.
E’ ospite di festival internazionali in tutto il mondo.
In Europa è al Festival Estival de Paris, al Wexford Opera Festival  in Irlanda, in Inghilterra al Bath Guitar Festival, in Russia al Guitar Virtuosos di San Pietroburgo, in Svezia al Uppsala International Festival e in Italia è ospite del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e dell’Omaggio a Segovia, a Firenze.
È, inoltre, in Asia al Singapore Guitar Festival, al Gendai Guitar di Tokio e all’Asia International Festiva di Bangkok, mentre l’America Latina latina lo vede ospite del Festival de La Habana in Cuba e del Festival Manuel Ponce, in Messico.
Sempre aperto a nuove esperienze artistiche, collabora con artisti di aree diverse, dal teatro alla letteratura, quali l’attore Carmelo Bene – col quale è protagonista di un recital al Palazzetto dello Sport a Milano, davanti a un pubblico di 4000 persone – che lo definisce nella sua autobiografia la piu’ grande chitarra classica vivente; e il poeta americano, premio Pulitzer per la poesia, Yusef Komuniakaa che gli dedica Ode alla chitarra”.
Molti i compositori che scrivono per lui tra questi il grande pianista Chick Corea, che scrive, in una rivista americana, che “ascoltando un musicista abile e creativo come Flavio, sono stato ispirato a scrivere per lui e la sua chitarra… E’ molto eccitante per me ascoltare il risultato, vedere la mia idea realizzata con un’arte di così alto livello”.
Titolare della cattedra di Chitarra presso L’Istituto Superiore di Studi Musicali “Mascagni” di Livorno – dal quale quest’anno prende commiato -, tiene masterclass in tutto il mondo, in Italia, Svezia, USA, Giappone, Messico, Russia, Singapore e altrove.
Ha al suo attivo una discografia di oltre 15 pubblicazioni.

Lorenzo Sbaffi
Violinista e compositore si forma al Conservatorio Morlacchi di Perugia. È allievo di Manlio Benzi al Rossini di Pesaro, dove si diploma con lode in direzione d’orchestra; si perfeziona con sir Colin Metters, della London Royal Academy of Music, con il finlandese Leif Segerstam e cresce alla scuola di grandi direttori, quali Gustav Kuhn e Jorma Panula.
Nel suo vasto repertorio, che spazia dal tardo barocco alla musica contemporanea, ha particolare rilievo il grande sinfonismo classico-romantico mitteleuropeo e scandinavo, tanto che Jorma Panula lo definisce “uno dei pochi direttori italiani che ama, conosce e comprende profondamente la musica di Jean Sibelius”.
Dirige prime esecuzioni assolute di contemporanei, quali Fernando Sulpizi, Mario Mariani, Roberta Silvestrini, collabora con artisti quali Mstislav Rostropovich, Giuseppe Sinopoli, Luciano Berio, Riccardo Muti, Krystian Zimerman, Mario Ancillotti, Frans Bruggen, Leonidas Kavakos, Kim Kashkashian, Roberto Fabbriciani, Gustav Kuhn.
È direttore di ensemble e orchestre di prestigio – in Italia, in Europa, in America Latina, in Asia – e incide per Amadeus, Dynamic, Bongiovanni, Rai, T.F.E., Legend, Col Legno e Hyperprism.
I suoi lavori, in uno stile spesso ironico e informale, si eseguono in Italia e all’estero in molti Festival e stagioni.
Grande successo ha riscosso la prima esecuzione assoluta del suo Requiem “alle anime morte dei vivi” per soli, coro e orchestra (Edizioni Hyperprism 2010), con l’ Orchestra Filarmonica Marchigiana da lui stesso diretta, mentre il suo Concerto per archi è stato diretto in prima assoluta nel 2012 da Jorma Panula, in un tour internazionale della Vaasa Kaupunginorkesteri.
La sua attività didattica lo vede docente di Esercitazioni Orchestrali al Mascagni di Livorno e direttore della Scuola di Musica Bartolomeo Barbarino di Fabriano dal 2003, alla quale, nel 2014, ha guadagnato il Premio Paul Harris Fellow dalla Rotary Foundation.

L’Orchestra dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni di Livorno
Fin dagli anni che precedono il pareggiamento ai Conservatori di Stato, conseguito nel 1978, l’Istituto Mascagni, sensibile alla propria vocazione di scuola di formazione di professionisti della musica, sente l’esigenza di istituire una classe di esercitazioni orchestrali, palestra per i futuri professori, consolidatasi nel corso degli anni con la presenza di una vera e propria orchestra.

E l’Orchestra del Mascagni fu un vero e proprio fiore all’occhiello di quella Scuola, gestita da un Consorzio di enti locali, in anni in cui spesso i Conservatori, tranne i più prestigiosi e di più lontana tradizione, non avevano né un’orchestra né una classe di Esercitazioni orchestrali.
Oggi l’Orchestra del Mascagni è costituita dagli allievi dei corsi medi e superiori, da allievi diplomati, da studenti del Biennio e da insegnanti e svolge un’attività concertistica di rilievo tanto per il numero quanto per l’importanza dei suoi impegni, alcuni dei quali la vedono impegnata nella stagione musicale del Teatro Goldoni.
La direzione è affidata sia a direttori ospiti sia al docente della classe di Esercitazioni Orchestrali, mentre la preparazione delle diverse file degli strumenti si svolge nel corso dei laboratori tenuti dagli insegnanti dell’Istituto.
Infine, nell’ambito di un progetto coordinato dall’Istituto che mette in sinergia le diverse scuole musicali del territorio – le scuole medie e medie superiori a indirizzo musicale, le scuole comunali di musica – l’Orchestra dell’ISSM Mascagni durante l’anno accademico aggrega anche gli studenti e gli allievi di queste altre scuole per dar vita all’Orchestra Giovanile Livornese ed è anima – insieme con le formazioni del Cherubini di Firenze, del Boccherini di Lucca e del Franci di Siena – dell’Orchestra dei Quattro Conservatori della Toscana.

 

 

 

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