Terrazza Mascagni - 23 Agosto 2023
Orario/i: 21.30

 

Mascagni Festival

SILVANO

Mercoledì 23 Agosto, ore 21.30
Terrazza Mascagni, Livorno
SILVANO
Dramma marinaresco in due atti
musica di Pietro Mascagni
Solisti della Mascagni Academy
Direttore Lorenzo Tazzieri
Regia Carmelo Alù
Scenografia Marina Conti
Coro del Teatro Goldoni di Livorno
Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno
Allestimento Mascagni Festival

Silvano Marco Miglietta
Renzo Tomohiro Nomachi
Matilde Laura Stella
Rosa Mariangela Zito
Marinai, Pescatori, Acquajole, Giovani contadine

In apertura, selezione da
THE ETERNAL CITY
Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno

Cresce l’attesa a Livorno per il debutto della nuova produzione lirica per il Mascagni Festival 2023: mercoledì 23 agosto, alle ore 21.30 sulla splendida terrazza sul mare dedicata a Pietro Mascagni, andrà in scena Silvano, il dramma marinaresco del musicista livornese che ebbe la sua première alla scala di Milano nel marzo 1895 su versi di Giovanni Targioni Tozzetti, il fedele librettista coautore della più fortunata e celebre Cavalleria rusticana di soli 5 anni precedente. “Si tratta di un titolo mascagnano poco frequentato anche nella sua città natale – afferma il direttore artistico del Festival Marco Voleri – dove lo diresse lui stesso quello stesso anno ed in questi stessi giorni di agosto al Teatro Goldoni: 4 rappresentazioni con un cast su cui spiccavano Gemma Bellincioni e Roberto Stagno, i due storici protagonisti della prima assoluta di Cavalleria rusticana. Un’opera che presenta ampi pregi musicali che merita di essere riascoltata e riscoperta perché sicuramente inserita in quella dimensione verista che ci siamo posti come campo di studio e di analisi specifico con la nostra Mascagni Academy. Durante tutto il Festival, che si avvale del patrocinio del Comitato Promotore Maestro Pietro Mascagni e che sta giungendo alla sua fase culminante – prosegue Voleri – abbiamo esplorato in tanti concerti ed appuntamenti l’incredibile iter creativo mascagnano capace sempre di innovare e stupire e sono particolarmente lieto di ascrivere al Festival questa nuova produzione lirica abbinata ad un’ulteriore rarità: una selezione di The eternal city, composta da Mascagni nel 1902 per i teatri di Londra e New York e per tanto tempo ritenuta scomparsa, che testimonia ulteriormente i fondamenti della sua straordinaria capacità melodica e compositiva che tanta influenza hanno avuto nel Teatro musicale tra la fine dell’800 e buona parte del ‘900”.

Per Silvano, dopo la prima assoluta a Livorno, solo due edizioni nello scomparso Teatro Rossini nel 1923, poi ancora al Goldoni nel 1970 e 1980, al Teatro La Gran Guardia con Massimo De Bernart sul podio nel 1996 ed un’ultima apparizione nel 2005, ma in forma di concerto nella piazza del Goldoni diretta da Mario Menicagli che l’aveva già presentata in forma scenica all’aperto a Villa Carmignani a Collesalvetti nel 2003.

A dirigere l’opera e la selezione da The eternal city sul podio dell’Orchestra e coro del Teatro Goldoni,  Lorenzo Tazzieri uno dei più accreditati esponenti della nuova generazione italiana di direttori d’orchestra; è direttore artistico e musicale del Chile Opera Festival, dell’ Argentina Opera Festival, del Festival pianistico Claudio Arrau e del Genoa International Music Youth Festival: “La barcarola, la pagina più celebre di quest’opera – ha affermato in una recente intervista – è come una grande linea suonata dai primi violini che ricorda nella tessitura l’onda del mare. Mascagni era uno sperimentatore e la sua essenza più vera si trova in un repertorio come questo, considerato minore, che ritengo debba essere veramente riscoperto. Lavoro spesso in Sudamerica e lì il nome di Mascagni è ancora un mito ed è rimasta nella memoria l’eco delle sue memorabili tournée”.

La regia è di Carmelo Alù, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, laurea in Lettere e Filosofia a Catania e specializzato in regia lirica presso Verona Accademia per l’Opera; nel 2015 con una sua riscrittura dell’Amleto di Shakespeare ha vinto il Primo premio nel contest European Young Theatre promosso dal Festival di Spoleto e l’anno successivo con il testo L’Omicidio da lui scritto e diretto vince il Premio SIAE; da allora ulteriori riconoscimenti e regie e per la prima volta incontra il teatro lirico mascagnano: “Dimenticata per tanti anni quest’opera nasconde il potere del mare – afferma – Silvano e Matilde sono vittime veriste, macchiati da colpe che la società non perdona. È gente di mare che lentamente naufraga tra il bisogno di possedere e la voglia di riscattarsi.”

Protagonisti sulla scena Marco Miglietta (Silvano), Tomohiro Nomachi (Renzo), Laura Stella (Matilde) e Mariangela Zito (Rosa); scenografia di Marina Conti, costumi Sartoria Teatrale Bianchi, lighting designer Genti Shtjefni; allestimento del Mascagni Festival.

Biglietti ancora disponibili (prezzi da € 12 a € 30) presso il botteghino del Goldoni martedì ore 10-13, online su mascagnifestival.it e goldoniteatro.it e nei punti vendita Ticketone; presso la Terrazza Mascagni il giorno stesso della rappresentazione a partire da due ore prima. Tutte le info su goldoniteatro.it

Non solo spettacolo: in occasioni delle serate conclusive del Festival sulla Terrazza Mascagni, dal 23 al 27 agosto in un giardino all’italiana con una struttura di ferro battuto, con piante sedie e tavoli in coordinato, Sketch Cocktail Bar proporrà una selezione di drink con il nome delle opere di Mascagni.


Cinque settimane dopo la prima assoluta di Guglielmo Ratcliff, a quel punto l’opera della vita di Pietro Mascagni, ancora alla Scala, va in scena Silvano. Era il 25 marzo 1895. Non si può parlare di un successo. Mascagni, preso dal desiderio di vedere in scene l’amato Ratcliff, ha lavorato a Silvano molto affrettatamente e perdipiù l’austera cornice scaligera è troppo formale per la rappresentazione di una piccola opera “verista”. E bisogna anche dire che in questa occasione il librettista Giovanni Targioni Tozzetti non fa un lavoro proprio sopraffino. Così la venuta al mondo di Silvano passa piuttosto sotto silenzio. Possiamo dire che sia un peccato perché la nuova opera presenta, all’inizio del secondo atto, venti minuti di musica bellissima, nella quale si avvertono riferimenti naturalistici, il balenio della luce lunare e la voce della risacca nelle notti di bonaccia sul lungomare. La sensazione non è epidermica poiché, proprio in quegli anni, Mascagni approfondisce le sue conoscenze pittoriche, soprattutto nei confronti di artisti “post-macchiaioli” come Adolfo, Angiolo e Lodovico Tommasi, come Plinio Nomellini (del quale sarà
molto amico, anche per evidenti comunanze caratteriali), come Guglielmo Micheli e di alcuni naturalisti meridionali come Giuseppe Casciaro. Sempre di più viene da pensare a Silvano come opera
straniata dal soggetto, ma tutta calata nell’ambiente e, se qualche parallelismo musicale vogliamo cercare, mettiamolo in relazione con Voiles di Debussy, al ciclo pianistico La maison dans les dunes di Dupont, – altro “verista” francese –, o alle Sea pictures di Elgar. Il 23 giugno 1902, a Firenze, Mascagni siglò un contratto con l’impresa newyorkese Liebler & Co per la composizione delle
musiche di scena di un dramma dello scrittore inglese Thomas Henry Hall Caine, adattamento teatrale di un precedente romanzo omonimo dello stesso autore, dal titolo The eternal city. Per la
cifra di 25.000 mila lire Pietro Mascagni s’impegnava a consegnare entro il Primo settembre 1902 “un preludio, quattro interludi, e la musica incidentale necessaria […] di alto valore artistico degna in ogni modo della sua fama”. Il contratto fu onorato e la Incidental music fu regolarmente eseguita il successivo 2 ottobre a Londra insieme con la prima rappresentazione del dramma di Hall Caine. The eternal city, interpretata da un’attrice amatissima come Viola Allen, andò in scena per un numero infinito di serate, oltre 200, poi varcò l’oceano per essere rappresentata a New York. La musica di Mascagni raccolse consensi unanimi. Per lungo tempo la Incidental music to the Eternal City by Hall Caine è stata ritenuta una sorta di araba fenice.
Tutti sapevano che Pietro Mascagni l’avesse composta, nessuno sapeva dove fosse. Esisteva la riduzione pianistica a stampa (riduzione di H. M. Higgs, edizioni
Metzler), ma la partitura era ritenuta perduta.

L’entità del lavoro era la seguente:

– Prelude (allegro brillante)
– Intermezzo between act 1 and 2 (andante molto sostenuto)
– Interlude between act 2 and 3 (sostenuto)
– Interlude (Carnival) between act 3 and 4
(Allegretto vivace e spigliato)
– Interlude between act 4 and 5 (Andante maestoso e sostenuto –
– Largo appassionato – A tempo con moto. Tempo I – Le campane di
Roma)
– Serenade, Act 5 (Andante un poco sostenuto – Andantino) words by
Hall Caine “How long will you love me, my Lady?”

Come spesso avviene per le musiche applicate al teatro, o di precisa ispirazione letteraria, ogni brano è accompagnato da un breve riassunto di quanto avviene sulla scena per indirizzare il senso
dell’ascolto. L’anno di composizione di The eternal City (il 1902) faceva ritenere che si trattasse di materia interessante, ma niente di tangibile. Per quello che concerne la storia esecutiva, conosciamo che dopo il ciclo rappresentativo inglese ed americano, Pietro Mascagni eseguì per intero la sua suite a Livorno, al termine di una recita di Guglielmo Ratcliff (Teatro Goldoni, 12 Settembre 1903) e che egli stesso, fra il 1928 ed il 1933, riesumò il “Carnevale” all’occasione di tre concerti da lui diretti a Santa Cecilia. Possiamo aggiungere che nel 1908 Hall Caine ripropose il suo lavoro con un nuovo titolo, The eternal question, e anche in questo caso fu eseguita la musica di Mascagni. Poi più nulla. Il recente ritrovamento americano della partitura ha fugato ogni dubbio. Il Mascagni Festival è dunque lietissimo di poter riproporre a Livorno questa composizione mascagnana dopo 120 anni esatti di assenza.

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