Fortezza Vecchia - Dal 09 Luglio al 10 Luglio 2022
Orario/i: 21.30

 

Mascagni Festival

9/10-7: PINOTTA di Mascagni per la prima volta a Livorno

Sabato 9 Luglio e  Domenica 10 Luglio, ore 21.30
Fortezza Vecchia, Livorno – Palco della Cisterna
PINOTTA
Idillio in 2 atti di Pietro Mascagni
Prima rappresentazione: 23 marzo 1932, Teatro del Casinò di Sanremo

Personaggi e interpreti
Pinotta, filatrice Ling Qi (9)/Miryam Marcone (10)
Baldo, operaio Xuenan Liu
Andrea, loro datore di lavoro Gangsoon Kim (9)/ Stavros Mantis (10)
Primo Zeffiro Giulia Semplicini
Secondo Zeffiro Letizia De Cesari
Terzo Zeffiro Diana Turtoi

Direttore Francesco Di Mauro – Regia, scene, costumi Giulia Bonghi – Assistente ai costumi Desirè Costanzo – Realizzazione scene Fondazione Teatro Goldoni – Progetto luci Genti Shtjefni e Michele Rombolini
Orchestra e Coro del Teatro Goldoni di Livorno
Maestro del Coro Maurizio Preziosi
Nuovo Allestimento – Coproduzione Mascagni Festival e Fondazione Teatro Goldoni

In apertura CONCERTO MASCAGNANO

Con i vincitori del I Concorso internazionale Voci Mascagnane e i solisti della Mascagni Academy 2022
Programma
Pietro Mascagni
Serenata Giorgia Teodoro (9) / Rebecca Pieri (10) soprani
M’ama non m’ama Arianna Cimolin (9) / Ling Qi (10) soprani
Stornelli marini Jungmin Kim (9) / Gangsoon Kim (10) baritoni
La luna Arianna Cimolin (9) / Ling Qi (10) soprani
Ave Maria Giorgia Teodoro (9) / Rebecca Pieri (10) soprani
La tua stella Jungmin Kim (9) / Gangsoon Kim (10) baritoni
Orchestrazione di Oliviero Lacagnina

PdS PINOTTA Def

Tutto pronto al Palco della cisterna nella storica Fortezza Vecchia a Livorno per il “debutto” di Pinotta, l’idillio lirico in due atti di Pietro Mascagni, che arriva per la prima volta nella città natale del compositore a 90 anni dalla sua première, avvenuta il 23 marzo 1932 al Teatro del Casinò di Sanremo. L’evento, atteso sabato 9 e domenica 10 luglio, alle ore 21.30 quale titolo inaugurale della terza edizione del Mascagni Festival, costituisce un ulteriore passo per la conoscenza e valorizzazione del ricco itinerario artistico e creativo di Mascagni: “Un iter che abbiamo voluto segnare con un impegno ancora più ampio volto alla scoperta e valorizzazione di giovani voci per un repertorio quale quello mascagnano affascinante quanto difficile – afferma il direttore artistico del Festival Marco Voleri – Da qui le due importanti iniziative del Concorso per voci mascagnane della scorsa primavera e la seconda edizione del Mascagni Academy appena concluso, iniziative di respiro internazionale che hanno visto la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo e che ora sono pronti a misurarsi sul palcoscenico con una delicata opera d’amore che sembra idealmente tagliata per loro”.

Si tratta di un «idillio» – affermò in proposito lo stesso Mascagni – di una storia d’amore di estrema semplicità, che io scrissi quando studiavo a Livorno all’Istituto Cherubini. L’eseguirono per la prima il 9 febbraio del 1881 nel salone del Teatro di San Marco. L’idillio aveva per titolo «In filanda». Una filanda piemontese, tre personaggi principali: il padrone della filanda, una giovinetta tessitrice e un giovine. L’azione nasce al lume delle stelle, dopo un’invocazione della fanciulla a Venere risplendente. E termina senza accompagnamento d’orchestra, con una promessa d’amore dei due giovani che si stringono le mani. Si dicono: «ti amo» e cala il sipario. Poi c’è il coro – spiegava ancora il musicista livornese nel corso di un’intervista – un gran coro che vi ha molta parte. In quelle prime rappresentazioni ebbe un vero successo, di cui rimasi commosso, stupito. Poi l’editore al quale avevo consegnato la partitura, la perdette e solo qualche anno addietro fu ritrovato il manoscritto originale in un baule che avevo lasciato in pegno a quei beati tempi al padrone di una camera ammobiliata, e delle brave persone avevano conservato il manoscritto di quel ragazzo di diciannove anni”. Manoscritto che, con le parole del suo fedele librettista Giovanni Targioni-Tozzetti, divenne “Pinotta” che, dalla sua prima apparizione ad oggi, conta solo dodici rappresentazioni sceniche, le ultime due venti anni fa, ancora nella nostra provincia, a Collesalvetti.

La nuova produzione è realizzata dal Mascagni Festival con la Fondazione Teatro Goldoni e vede il coinvolgimento di una giovane regista come Giulia Bonghi, che firma anche scene e costumi, già applaudita nella passata edizione del Festival con L’amico Fritz e l’esperienza del direttore Francesco Di Mauro, proprio in questi giorni nominato sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, applaudito in tutto il mondo in prestigiose istituzioni musicali. “Bisogna avere il coraggio di esplorare repertori meno frequentati – dice in proposito il M° Di Mauro – e la scelta di mettere in scena Pinotta è un’operazione molto intelligente. Essendo un festival monografico dedicato a Pietro Mascagni è giusto mettere in luce tutto quello realizzato dal compositore ed ho accolto con grande entusiasmo questo progetto perché ci impegna in un titolo che non tutti conoscono e per di più per la prima volta nella città natale del compositore, fatto che assume una valenza molto alta”.

Pinotta è un bozzetto, un tenero quadro di vita quotidiana che incornicia l’amore sbocciato tra i due protagonisti – afferma la regista Bonghi – Un’ambientazione naturale svolta in toni idealizzati, come mondo di pace e armonia contrapposto alla realtà. Ma cosa c’è al di là? Qual è la realtà celata da questo scenario candido e sereno, in cui filatrici e operai si apprestano ad una giornata di lavoro? Dietro l’idillio troviamo l’Italia nel pieno del ventennio fascista. Per evocare questo secondo livello di indagine, questo mondo oscuro, ho trovato ispirazione nell’arte di Giorgio De Chirico, il cui scopo di artista era mostrare il lato misterioso e insolito che si cela dietro l’apparente banalità della vita quotidiana”.

L’opera, che sarà presentata al pubblico dal giornalista Giovanni Gavazzeni,  sarà preceduta da un Concerto interamente dedicato alle composizioni di arie e melodie da camera di Pietro Mascagni che per la prima volta saranno eseguite in forma orchestrale (Serenata, M’ama non m’ama, Stornelli marini, La luna, Ave Maria, La tua stella), orchestrate per l’occasione da Oliviero Lacagnina; protagonisti saranno i cantanti vincitori del I Concorso internazionale Voci Mascagnane, i soprani Giorgia Teodoro e Arianna Cimolin ed il baritono Jungmin Kim e gli artisti selezionati della Mascagni Academy Rebecca Pieri e Ling Qi (soprani) e Gangsoon Kim (baritono).

Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Teatro Goldoni (tel. 0586 204290), aperto dal martedì al venerdì con orario 10-13, online su www.ticketone.it e www.goldoniteatro.it ed un’ora prima delle rappresentazioni nel luogo di spettacolo. Prezzi: € 25 (I settore), € 15 (II settore).

LA TRAMA

L’azione si svolge in una filanda in Lombardia nella seconda metà  dell’Ottocento.
Durante  il preludio  si odono  le voci degli zeffìri che  annunciano  “la dolce istoria” che si  svolgerà sulla scena.
Alle prime luci dell’alba le operaie e gli operai si accingono  ad andare al lavoro e si avvicinano alla filanda. Li accoglie Padron Andrea e li invita  a lodare Iddio: il coro alza una preghiera alla quale si unisce Pinotta, una delle filatrici (“Santa Maria, dall’intimo del core mi esce un accento”).
Baldo, un operaio, si avvicina ad Andrea e cerca di confidargli qualcosa. Il padrone  intuisce ed anticipa le parole del giovane: egli vuol parlargli di Pinotta. Alla filanda ormai tutti lo sanno e Baldo sarà ben fortunato se Pinotta accetterà  il suo amore. Mentre Baldo si anima nella speranza (“Il mio sogno d’amor oggi s’avvera?”), Pinotta pensa ai suoi genitori scomparsi intonando malinconicamente un “rispetto” (“La mamma mia che, poveretta, è in cielo”) e pensa che solo l’amore di Baldo potrebbe consolarla e non farla più essere sola (“in cor mi scese un sovrumano incanto”). Andrea, notando la sua tristezza, le si avvicina e cerca di rasserenarla esaltando l’incanto della primavera (“È il maggio, il dolce mese degli amori”); poi invita le filatrici a cantare mentre iniziano il lavoro (“Gira, gira, annaspa, annaspa, torci il filo”).
All’inizio del secondo atto, gli operai escono in fretta dalla filanda mentre cadono le prime ombre della sera (Coro: “Ormai si sa, è verità”). Le campane suonano l’Ave Maria. Pinotta rimane sola, alza gli occhi, scorge una stella, rivolge al cielo calde parole (“Quanto nel cor mi scende grato e dolce il loro canto festivo!”) e spera che Baldo ricambi l’amore ancor celato nel suo cuore di fanciulla (“Suscita a lui nel petto un palpito d’amor”). Ed ecco che giunge il giovane, le si avvicina, si dichiara.  Pinotta si schermisce, ma è vinta. La luce della stella illumina i due innamorati (“Vivrem felici – sciogliendo gl’inni del nostro amore”).

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