Dario Niccodemi non fu soltanto il brillante autore di commedie che deliziarono il pubblico borghese della Belle Époque, nonché il direttore di una delle più celebri compagnie degli anni Venti del Novecento (fu lui a mettere in scena per la prima volta, nel 1921, il rivoluzionario testo pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore). Questo livornese giramondo, protagonista con i suoi attori di memorabili tournées in Europa e in Sudamerica, scrisse anche due libretti d’opera e due romanzi. Due aspetti semisconosciuti di Niccodemi, studiati dal giornalista e scrittore Giuseppe Donateo nel libro La morte in maschera (La Conchiglia di Santiago, 2023). Il personaggio di Scampolo, monella ribelle, ma dal cuore generoso, è al centro, oltre che di una commedia di grande successo, anche di un libretto (Scampolo), composto per il maestro Ezio Camussi (1925). L’altro libretto, La Ghibellina, venne musicato da Renzo Bianchi (1924) e narra una tragica storia d’amore sullo sfondo delle lotte fratricide nella Siena tardomedievale. La monella tanto amata da Niccodemi è protagonista anche di un testo narrativo, Il romanzo di Scampolo (1917), mentre l’altro romanzo, La morte in maschera, si snoda attraverso pagine dense di sensualità ed estetismo, con chiare ascendenze dannunziane e del Guido Da Verona di Mimi Bluette.