La Goldonetta - 22 Novembre 2023
Orario/i: 21

 

Eventi

LUDUS ORIONIS: la stagione del madrigale

Rassegna di Polifonia Città di Livorno – XX Edizione
Direzione artistica Luca Stornello

Mercoledì 22 novembre, ore 21 – La Goldonetta
LUDUS ORIONIS Ensemble
presenta Quel augellin che canta
La grande stagione del madrigale italiano tra II pratica e stile concertato
musiche di Claudio Monteverdi

Comunicato La stagione del Madrigale italiano con Ludus Orionis

Ensemble
Jennifer Schittino e Santina Tomasello soprano
Alessandro Carmignani alto
Luciano Bonci tenore
Marcello Vargetto basso
Andrea Perugi clavicembalo

Programma
Claudio Monteverdi (1567-1643)
– dal IV libro dei madrigali a 5 voci (Venezia, 1603)
Sfogava con le stelle
Volgea l’anima mia
Quel augellin che canta

– dal VII libro dei Madrigali a 1 […] 6 voci con altri generi de canti (Venezia, 1619)
O come sei gentile
Parlo, misero, o taccio
Se ‘l vostro cor Madonna

– dal IV scherzo delle ariose vaghezze (Venezia, 1624)
Sì dolce è ’l tormento

– dall’VIII libro dei madrigali guerrieri et amorosi (Venezia, 1638)
Lamento della ninfa

– dal VI libro dei madrigali a 5 voci (Venezia, 1614)

Sestina- Lacrime d’amante al sepolcro dell’amata
Incenerite spoglie, avara tomba
Ditelo, o fiumi, voi ch’udiste Glauco
Darà la Notte il sol lume alla terra
Ma te raccoglie o ninfa, in grembo il cielo
O chiome d’or, neve gentil del seno
Dunque amate reliquie un mar di pianto

– dal VII libro dei Madrigali a 1 […] 6 voci con altri generi de canti (Venezia, 1619)
Tirsi e Clori. Ballo

Scopri i testi poetici Quel augellin

Biglietti: posto unico numerato € 10 – ridotto under 20 € 5 in vendita presso il botteghino del Teatro Goldoni (tel. 0586 204290) martedì e giovedì ore 10/13; mercoledì, venerdì e sabato ore 16.30/19.30 ed online su goldoniteatro.it e ticketone.it

Il sottotitolo del programma chiarisce l’essenza strutturale e poetica della produzione monteverdiana scelta per questo concerto: il Madrigale, nella versione rinnovata in uno stile che Monteverdi stesso definì Seconda pratica, overo perfettione della moderna musica, preannunciando nella prefazione al suo V libro dei madrigali del 1605 l’uscita di un suo mai pubblicato trattato; e lo stile concertato, con cui il madrigale, divenuto solistico, si appoggia armonicamente su strumenti di basso continuo.

I primi madrigali in ascolto sono tratti dal IV libro, pubblicato per la prima volta nel 1603 da Riccardo Amadino, e onorato di sette ristampe, alcune delle quali nelle Fiandre e ad Anversa. Lo stile di questi madrigali suscitò la celeberrima polemica intrapresa da Giovanni Maria Artusi nel suo L’Artusi overo delle imperfettioni della moderna musica (Venezia, 1600), in cui due maniere opposte di concepire la struttura formale, armonica e melodica del madrigale e lo stesso rapporto con il testo poetico vengono dibattuti con esiti antitetici: l’Artusi arroccato su posizioni conservatrici nel tradizionale modo di trattare il contrappunto; Monteverdi, genialmente proiettato verso la creazione del madrigale moderno, nel quale la parola diventa “signora dell’armonia” e la musica si arricchisce di possibilità armonico-ritmiche e timbriche volte ad enfatizzare il significato di ciascuna parola, aumentandone il valore semantico ed emozionale. In questo senso citiamo lo stile declamato del primo madrigale in ascolto: “Sfogava con le stelle” in cui l’autore utilizza la tecnica del falso bordone, espediente compositivo che si traduce nell’utilizzo di una nota lunga (longa), sulla quale le voci declamano il testo rispettandone il ritmo prosodico, liberandolo quindi da rigidi valori ritmici; o, in “Volgea l’anima mia”, l’effetto solistico ottenuto sulle parole “Io che sono il tuo core”, nel quale una sola voce seguita da altre due che dipanano una soave armonia, anima la risposta al dialogo tra i due amanti; o ancora, in “Quel augellin che canta”, i gorgheggi canori, specie delle due voci superiori, provocano un effetto onomatopeico, vero e proprio tòpos del linguaggio madrigalistico.

I brani che seguono sono alcuni degli esempi più noti dello stile concertato; tratti dal VII libro dei Madrigali a 1 […] 6 voci con altri generi de canti (Venezia, 1619), dall’VIII libro dei madrigali guerrieri et amorosi (Venezia, 1638) e dal IV Scherzo delle ariose vaghezze (Venezia, 1624), costituiscono alcune delle vette più alte della poetica monteverdiana. Le voci, affrancate dal contrappunto tradizionale, assumono personalità propria, dialogano, recitano, scambiandosi le impressioni e gli “affetti” che di volta in volta la parola suggerisce. Il vertice della teatralità si può ammirare nel Lamento della Ninfa, su testo di Ottavio Rinuccini, in cui il trio maschile assume il ruolo (quasi un coro tragico) di commentatore della triste vicenda della ninfa tradita e abbandonata dall’amante; mentre la voce della protagonista è libera di cantare recitando su un ostinato formato da un tetracordo discendente. Come avverte lo stesso Monteverdi in didascalia all’inizio della partitura: “Le tre parti, che cantano fuori del pianto della Ninfa, si sono così separatamente poste, perché si cantano al tempo della mano; le altre tre parti, che vanno commiserando in debole voce la Ninfa, si sono poste in partitura, acciò seguitano il pianto di essa, qual va cantato a tempo dell’affetto del animo, e non a quello della mano”.
Altro gioiello di questa straordinaria produzione, tratto questa volta dal VI libro dei madrigali a 5 voci (Venezia, 1614), è la Sestina Lacrime d’amante al sepolcro dell’amata, composta su commissione del duca di Mantova Vincenzo Gonzaga, affranto per la prematura morte di Caterina Martinelli, la giovanissima cantante colpita da vaiolo mentre preparava il ruolo da protagonista dell’opera perduta l’Arianna. Protagonisti di questa serie di 6 madrigali sono i lamenti del giovane Glauco per la perdita dell’amata Corinna. I sei madrigali sono la veste musicale di sei stanze, composte da Scipione Agnelli, e formate ognuna da sei endecasillabi terminanti con una “parola-rima”, disposta secondo un sistema chiamato “permutazione centripeta”, cioè secondo la disposizione dei punti sulle facce di un dado. Le sei “parole-rima” sono: tomba, cielo, terra, pianto, seno, Glauco (cfr. Mauro Masiero per RCF Classica). In tale complesso impianto testuale, la musica non aggiunge difficoltà, ma ne esalta la comprensione attraverso la declamazione di una voce sola, cui seguono le altre, a rinforzo semantico e sostegno armonico. L’evidenziazione del testo viene realizzata a volte attraverso l’attacco di una voce solista in canto piano, che crea un contrasto ritmico con le altre voci (in “Darà la Notte il sol lume alla terra”); oppure attraverso una dissonanza non preparata sulla parola “lamenti” (in “Ma te raccoglie o ninfa, in grembo il cielo”) o ancora con l’utilizzo di una scrittura contrappuntistica sulle parole “fa risonar Corinna il mar e ‘l cielo”, come a voler creare un effetto eco in contrapposizione al precedente andamento omoritmico (in “Dunque amate reliquie un mar di pianto”).
Conclude il concerto un brano bucolico e festoso, il Ballo Tirsi e Clori, incluso nel VII libro dei Madrigali a 1 […] 6 voci con altri generi de canti (Venezia, 1619). A un dialogo iniziale tra i due protagonisti segue un concertato a cinque voci, caratterizzato da vari ritmi di danza sempre più incalzanti per un finale deflagrante.

Santina Tomasello

L’Associazione LudusOrionis deve la sua denominazione al concetto latino di Ludus come spettacolo nelle sue variegate forme, accomunate dall’idea di performance come azione capace di comunicare sensazioni ed emozioni per stimolare il pubblico alla creatività, alla ricerca e alla riflessione. La seconda parte del nome trae ispirazione dalla più visibile e riconoscibile delle costellazioni, quella di Orione, composta da alcune fra le stelle più luminose della sfera celeste, che idealmente guidano l’umanità fin dai tempi più remoti.

Grazie alla presenza, all’interno dei soci, di molteplici figure professionali di alto livello, LudusOrionis è in grado di offrire eventi originali nell’ambito di vari repertori, concepiti nell’ottica multidisciplinare dell’unione di vari aspetti performativi: canto e parola, musica e azione scenica, arte coreutica e figurativa, tradizione e nuove tecnologie sono i mezzi con i quali l’Associazione esprime il proprio target.

JENNIFER SCHITTINO Soprano, nasce a Siracusa nel 1980. Diplomata in Canto Lirico con il massimo dei voti e la lode presso l’Istituto d’Alta Formazione Musicale “V. Bellini” di Catania, intraprende lo studio della prassi esecutiva del repertorio antico laureandosi in Canto Rinascimentale e Barocco presso il Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo sotto la guida di maestri di fama internazionale come Sonia Prina, Luca Dordolo e Lavinia Bertotti. Nel luglio 2012 è Rosalia nell’oratorio Santa Rosalia di Bonaventura Aliotti, diretto da Enrico Onofri. Nel 2017 prende parte alla produzione de Il Girello, dramma burlesco di J. Melani per Auser Musici, diretto da Carlo Ipata. Nel novembre 2017 debutta nel ruolo di Abra nell’Oratorio Juditha Triumphans di Vivaldi con Modo Antiquo diretto da Federico Maria Sardelli per il prestigioso Martin Randall Travel Festival. Susseguentemente sempre con l’Orchestra Modo Antiquo diretta da Sardelli, inaugura la XXII edizione della rassegna “O Flos Colende” presso il Duomo di Firenze eseguendo la cantata sacra di Bach Tilge Höchster meine Sünden. Nel maggio 2018 prende parte all’esecuzione de Il diluvio Universale di M. Falvetti al Teatro Massimo di Palermo nei ruoli di Aria e Ràd. Nel giugno 2018 debutta al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ne La Dafne di Marco da Gagliano sotto da la direzione di Federico Maria Sardelli. Ha cantato nel concerto di chiusura del ventitreesimo Festival Toscano di Musica antica nel Confitebor Tibi Domine di B. Galuppi con l’Ensemble Aurora di Enrico Gatti diretta da Aaron Carpenè. Collabora con importanti ensemble quali “Gli Invaghiti” di Fabio Furnari e Ensemble Seicentonovecento di Flavio Colusso. Ha inciso il suo primo importante disco con l’Ensemble Vocale Odhecaton diretto da Paolo Da Col partecipando alla Missa Defunctorum di A. Scarlatti per la casa discografica Arcana e per la Da Vinci Classics ha inciso i mottetti In furore justissimae irae e Nulla in mundo pax sincera di Vivaldi e il disco Canti di Sicilia con musiche di Francesco Paolo Frontini. Dal 2014 è membro stabile della Cappella Musicale della Cattedrale di Pisa diretta da Riccardo Donati, ed è Presidente dell’Associazione Pisa Early Music.

SANTINA TOMASELLO Si è diplomata in Pianoforte (con lode) e in Canto presso il Conservatorio “A. Corelli” di Messina. Presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze ha conseguito il Diploma di Clavicembalo e il Diploma Accademico di II livello in Musica Vocale da Camera. Si è inoltre laureata col massimo dei voti in Lettere Moderne presso l’Ateneo fiorentino, discutendo una tesi sulle “Arie alla siciliana” nel XVII secolo.
Specializzatasi nel Repertorio rinascimentale e barocco con Claudine Ansermet, Jill Feldmann, Gloria Banditelli, Gabriel Garrido e Alan Curtis, ha perfezionato la tecnica lirica con Franco Pagliazzi. Dopo il debutto nel ruolo della Seconda Donna in Dido and Eneas di Purcell presso il Teatro Niccolini di Firenze, ha svolto un’intensa attività artistica in compagini internazionali, quali i Festival di Utrecht, La Chaise-Dieu, Ravenna, Segni Barocchi di Viterbo, Cremona, Fano, Settembre Musica di Torino e Firenze, S. Giulio d’Orta, Erice, Pievi e Castelli, Taormina ecc, Musica in S. Colombano-Genus Bononiae; collaborando con personalità quali Filippo M. Bressan, Alan Curtis, Francesco Cera, Gabriel Garrido, Luigi Ferdinando Tagliavini e altri.
Con Andrew Lawrence-King e The Harp Consort ha cantato nella Missa Mexicana, portata in tournée presso prestigiose istituzioni concertistiche (Boston Early Music, Early Music Festival di New York, Early Music Vancouver, Queen Elisabeth Hall di Londra, Musée des Beaux Arts di Bruxelles).
Ha collaborato con I solisti del Madrigale diretti da G. Acciai e con l’Ottetto Vocale Chigiano, diretto da  R. Gabbiani.
Ha inciso per Tactus, Virgin Veritas, Dynamic, Amadeus, Florentia musicae. Ha ideato e curato il CD Alla Siciliana. Suggestioni ed echi del folklore nel repertorio vocale italiano, con il LudusOrionis ensemble. È appena uscito per Tactus il CD M. Bianchelli, Arie e Cantate, nel quale è solista per l’Arsemble.
È docente presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Da due anni si dedica alla Direzione artistica dell’APS Ludus Orionis, organizzando Stages di vocalità e interpretazione della musica sacra in Sicilia nei secc. XVI-XVII tenuti dal M° Paolo Da Col, riscuotendo grande successo e entusiasmo tra partecipanti e pubblico.

ALESSANDRO CARMIGNANI Nato a Pisa, si è diplomato in Canto al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Appassionato di musica barocca, sotto l’influenza del Maestro Fosco Corti del quale è stato allievo, ha affiancato all’emissione tenorile quella da controtenore; dopo gli studi tradizionali si è recato all’estero ed in seguito a Venezia dove si è perfezionato nella pratica della musica antica.
Ha debuttato nel Rinaldo di G.F. Haendel nel 1991, sotto la direzione di Piero Bellugi, nel famoso allestimento di Pier Luigi Pizzi. Ha collaborato in seguito come solista con importanti direttori, come G. Acciai, R. Alessandrini, F. M. Bressan, G. Carella, F. Biondi, A. Curtis, O. Dantone, M. De Bernart, R. Gabbiani, R. Gini, A. Guingal, T. Hengelbrock, C. Ipata,  J. Latham-Koenig, M. Longhini, F. Lombardo, S. Kuijken, W. Marshall, M. Mencoboni, P. Monti, P. Paroni, L. Picotti, D. Renzetti, E. Sartori, D. Tabbia, S. Vartolo. Ha inoltre collaborato con Pedro Memelsdorff, tra i più importanti specialisti del repertorio medievale.
Fa parte dalla sua fondazione dell’ensemble vocale “Odhecaton” diretto da Paolo Da Col.
Ha cantato inoltre per Ravenna Festival, Teatro “Olimpico” di Vicenza, Teatro “Valli” di Reggio Emilia, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro “Regio” di Parma, Teatro “Verdi” di Salerno, “Piccolo Regio Puccini” di Torino, Festival di Cremona, Teatro alla Scala di Milano-Milano musica, Festival Grandi Interpreti di Bologna, Musica a San Maurizio di Milano, Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma. Ha al suo attivo oltre 180 incisioni discografiche per Tactus, Symphonia, Universal, Bongiovanni, Cpo, Erato, Opus 111, Astrée-Audivis, Sarx, HMF, Stradivarius, Dynamic, Naxos, Challenge Classics, Virgin, Arcana, Deutche Grammophon-Archiv, molte delle quali vincitrici di vari premi, tra cui il Diapason d’or de l’année. Collabora da anni con Rai Trade per la produzione di colonne sonore. È il fondatore del Gruppo Vocale “Ecclesia”.

LUCIANO BONCI Iniziato giovanissimo lo studio del pianoforte, si è dedicato successivamente alla tecnica vocale.
Si è diplomato in canto presso il conservatorio L. Cherubini di Firenze, in Didattica della Musica presso il conservatorio G. Puccini di La Spezia ove ha successivamente conseguito con lode il diploma accademico di 2° livello in direzione di coro. Indirizzato al repertorio rinascimentale barocco dal M° Fabio Lombardo, svolge la sua attività di tenore sia come solista sia collaborando con prestigiosi ensemble.
Ha tenuto concerti per i più importanti festival barocchi sia in Italia che all’estero (Parigi, Lione, Barcellona, Madrid, Lisbona, Tenerife, Edimburgo, Vienna, Graz, Tel Aviv, Gerusalemme, New York) sotto la direzione di:  S. Balestracci, M. Campanella, A. Curtis, P. Da Col, F. Lombardo, E. Marcante, M. Mencoboni, A.L. King, G. Pavan, L. Picotti, J. Savall, J. Knauf, S. Kuijken, D. Tabbia, W. Testolin.
Ha al suo attivo anche diverse registrazioni discografiche. Parallelamente all’attività musicale è impegnato nella didattica del canto e nella direzione di coro.
Ha tenuto diverse Masterclass e attualmente è Docente di Canto presso il Liceo Musicale “V. Cardarelli” di La Spezia.
Dirige il Coro Sarzanae Concentus dalla sua fondazione avvenuta nel 2000.

MARCELLO VARGETTO Si è diplomato in Canto lirico con lode presso il Conservatorio “A. Corelli” di Messina.
Dopo aver approfondito il repertorio operistico e quello cameristico con Sergio Catoni e Franco Pagliazzi, ha curato aspetti della prassi esecutiva rinascimentale e barocca con Claudine Ansermet, Jill Feldmann e Gabriel Garrido. Con quest’ultimo e il suo ensemble Elyma inizia nel 1990 una decennale collaborazione, con progetti discografici concertistici e operistici di grande prestigio, fra cui Il Ritorno di Ulisse in patria  e l’Incoronazione di Poppea monteverdiani, che gli valgono importanti riconoscimenti internazionali. Con Rinaldo Alessandrini  partecipa all’incisione del IV Libro dei madrigali di C. Monteverdi, premiata con il prestigioso Grammophone Award e promossa con una lunga tournée presso le principali capitali europee. Con A. Lawrence-King e The Harp consort canta nella Missa Mexicana, portata in tournée presso le più prestigiose istituzioni concertistiche americane, canadesi e europee (Boston Early Music, Queen Elisabeth Hall di Londra, Dunbarton Oaks, Early Music Festival di New York).
Ha interpretato il ruolo del Prefetto nell’oratorio Il martirio di S. Lorenzo di F. Conti sotto la direzione di Alfonso Fedi e il ruolo di Gesù nell’oratorio L’Ascensione di Domenico Bartolucci, diretto dallo stesso autore.
È nell’organico stabile degli ensemble Odhecaton di Paolo da Col,  Nova Ars Cantandi di Giovanni Acciai e Cantar Lontano di Marco Mencoboni. Ha inciso un centinaio di CD per varie case discografiche (Archiv, Arcanà, Tactus, Naxos), alcuni dei quali sono stati premiati con i riconoscimenti internazionali più prestigiosi, quali il Diapason d’Or e il Gramophone Award, Choc de la Musique. Nel 2018 con Odhecaton ha vinto il premio Abbiati e nel 2019 è stato insignito dello stesso premio con il M° Acciai e Nova Ars Cantandi, per il CD dedicato ai Responsoria di Leonardo Leo (Archiv) quale migliore produzione discografica dell’anno.
È il Presidente dell’Associazione Ludus Orionis, che promuove progetti artistici di grande interesse culturale, tra i quali la valorizzazione del repertorio musicale in Sicilia nei secoli XVI e XVII.

ANDREA PERUGI Ha iniziato gli studi musicali con il pianoforte e dopo aver conseguito il diploma si è iscritto alla classe di Organo e Composizione organistica del M° Umberto Pineschi presso il Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna diplomandosi nel 1992.
Ha partecipato a numerosi seminari sull’interpretazione della musica antica tenuti da musicisti quali Tagliavini, Tilney, Leonhardt, Koopman, Uriol, Vogel, Radulescu, Christiensen, dedicandosi inoltre alla prassi di improvvisazione sul basso continuo.
Svolge attività concertistica come solista e come accompagnatoredi formazioni vocali e strumentali ed ha collaborato con l’Orchestra regionale toscana, il Teatro comunale e la compagnia di danza “La Follia” di Firenze, l’ensemble “Clement Janequin” di Parigi, l’insieme vocale “L’Homme Armé”, il “Concerto italiano”, l'”Europa galante”, “Risonanze” con Carlo Chiarappa, Claudio Abbado ed i solisti della orchestra filarmonica di Berlino, la mezzosoprano Cecilia Bartoli, il gruppo vocale “La Venexiana”, Frans Brüggen, il “Complesso barocco” di Alan Curtis, La Cappella deiTurchini, l’Accademia Montis Regalis.
Ha tenuto concerti in Europa, in Giappone e in America, ed ha effettuato incisioni per Deutsche Grammophon, Harmonia Mundi, Decca, Opus 111, Stradivarius, Tactus, Simphonia, Sonitus, Edipan, Bongiovanni, Frame e registrazioni per la Rai, la Radio vaticana, Radio france, la NBC americana e la NHK giapponese.

 

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